Friday, 31 March 2006

"Un viaggio non inizia nel momento in cui partiamo né finisce nel momento in cui raggiungiamo la meta. In realtà comincia molto prima e non finisce mai, dato che il nastro dei ricordi continua a scorrere dentro anche dopo che ci siamo fermati. E' il virus del viaggio, malattia sostanzialmente incurabile."
tratto da "In viaggio con Erodoto" di Kapuscinski

..e che il viaggio abbia inizio.

"Om gananam tva ganapatigm
havamahe kavim
kavinamupamashravastamam
jyeshtarajam brahmanam brahmanaspata a nah shrunvannutibhih sida sadanam.
Maha Ganapataye namaha"

"Ti invochiamo, capo di tutte le schiere, Signore di tutta l'esistenza, signore dei saggi, il più saggio, incomparabile per nome e fama, il più anziano dei principi, principio primo di tutte le lodi.
Sedendo insieme a noi, ascoltaci"

Con questa preghiera gli indiani invocano Ganesha, divinità molto amata poiché è il Signore del buon auspicio che dona prosperità e fortuna, il Distruttore degli ostacoli di ordine materiale o spirituale; per questa ragione se ne invoca la grazia prima di iniziare una qualunque attività, come ad esempio un viaggio, un esame, un colloquio di lavoro, un affare, una cerimonia, o un qualsiasi evento importante. E' tradizione che tutte le sessioni di bhajan (canti devozionali) comincino con una invocazione a Ganesha, Signore del "buon inizio" dei canti.

Ogni elemento del corpo di Ganesha ha una sua valenza ed un suo proprio significato:
- la testa d'elefante indica fedeltà, intelligenza e potere discriminante;
- il fatto che abbia una sola zanna (e l'altra spezzata) indica la capacità di superare ogni dualismo
- le larghe orecchie denotano saggezza, capacità di ascolto e di riflessione sulle verità spirituali;
la proboscide ricurva sta ad indicare le potenzialità intellettive, che si manifestano nella facoltà di discriminazione tra reale ed irreale;
- sulla fronte ha raffigurato il Tridente (simbolo di Shiva), che simboleggia il Tempo (passato, presente e futuro) ne attribuisce a Ganesha la padronanza;
- il ventre obeso è tale poiché contiene infiniti universi, rappresenta inoltre la capacità di assimilare qualsiasi esperienza con sereno distacco, senza scomporsi minimamente;
- la gamba che poggia a terra e quella sollevata indicano l'atteggiamento che si dovrebbe assumere partecipando alla realtà materiale e a quella spirituale, ovvero la capacità di vivere nel mondo senza essere del mondo;
- le quattro braccia di Ganesha rappresentano i quattro attributi interiori del corpo sottile, ovvero: mente, intelletto, ego, coscienza condizionata;
in una mano brandisce un'ascia, simbolo della recisione di tutti i desideri portatori di sofferenza;
- nella seconda mano stringe un lazo, simbolo della forza che lega il devoto all’eterna beatitudine del Sé;
- la terza mano, rivolta al devoto, è in un atto di benedizione abhaya
- la quarta mano tiene un fiore di loto (padma), che simboleggia la più alta meta dell’evoluzione umana.

Anche l'offerta di cibo che viene fatta a Ganesha ha grande significato, poiché viene preparata con farina di ceci e zucchero grezzo o con pepe e racchiusa in un involucro di pasta; viene poi cotta a vapore senza uso di olio. Si ritiene che questo sia un cibo salutare oltre che squisito, poiché si rifà ai canoni culinari del sistema ayurvedico. Anche i medici moderni riconoscono l'importanza dei cibi cotti a vapore, che raccomandano ai propri pazienti come dieta postoperatoria, poiché essa rende più facile la digestione. Per quanto riguarda lo zucchero grezzo, esso ha la proprietà di regolare la formazione di meteorismo, allevia i disturbi legati agli occhi e previene i disturbi gastrici.
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ed ora andiamo a tavola in oriente

Un pranzo indiano inizia sempre con un aperitivo a base di snaks caldi samosas e pakoras accompagnati da sorbetti ben ghiacciati. È buona abitudine lasciare passare almeno mezz'ora prima di servire il pasto vero e proprio per ben disporre l'appetito.
La tavola è apparecchiata in modo che tutti i piatti vengono serviti contemporaneamente con quelli più importanti posti al centro del tavolo e circondati da tutti gli altri. Pane e riso vanno cucinati in abbondanza.
Gli indiani mangiano frequentemente senza posate ed è buona educazione usare solo la mano destra. Altrimenti usano solo cucchiaio e forchetta e mai il coltello in quanto un curry ben cucinato non ne ha mai bisogno.
Di solito accompagnano i pasti con acqua o succhi di frutta. Se volete offrire del vino, quello rosè è il più adatto. Il vino bianco e quello rosso non sono un buon accompagnamento per la cucina indiana. La birra è una validissima alternativa.
Alla fine del pasto si offre del thè o del caffè accompagnati da semi di cardamono o di anice avvolti in una foglia verde – pan – per aiutare la digestione.
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Samosas: frittelle indiane
l'impasto
150 g di farina
1 pizzico di sale
1 cucchiaino di lievito artificiale
25 g di burro
acqua q.b.

il ripieno
1 patata, bollita e a cubetti
1 cipolla, tritata1 carota, bollita e a cubetti
150 g di pisellini, bolliti
coriandolo tritato
1 peperoncino verde dolce tritato
il succo di 1/2 limone
sale
pepe q.b.
olio per friggere

Preparate la pasta mescolando la farina col lievito, il burro, il sale e aggiungete tanta acqua quanto basta per ottenere un impasto abbastanza morbido e omogeneo. Lasciate riposare per almeno mezz’ora, coperto con un panno.

Nel frattempo fate appassire nell’olio la cipolla e quando diventa trasparente aggiungete le verdure a cubetti, il peperoncino, il succo di limone, il sale e il pepe. Fate insaporire bene il tutto per qualche minuto e tenete da parte.
Dividete poi l’impasto in modo da ottenere 16-18 palline che col mattarello stenderete in modo da ottenere dei cerchi di circa 12 cm di diametro. Tagliateli a metà e bagnate il lato diritto con un po’ di acqua in modo che i due bordi ripiegati si sigillino bene. Avrete così formato un cono che riempirete con un po’ delle verdure precedentemente preparate. Bagnate la pasta con un po’ di acqua in modo da potere chiudere il cono premendo bene sui bordi di pasta. Preparate tutte le samosas e friggetele in abbondante olio caldo fino a quando diventeranno belle dorate.
Servitele accompagnate da mango chutney :
Ingredienti:
6 manghi verdi
2 cucchiaini (10 ml)
sale
2 cucchiaini (10 ml) peperoncino in polvere
300 ml.di aceto di vino bianc
400 g di zucchero
100 g di mandorle e
uva sultanina tritata grossolanamente

Sbucciate i manghi, grattate in una ciotola la loro polpa, spolverizzate con i 2 cucchiaini di sale e fate riposare per 30 minuti. Mescolate il peperoncino in polvere con un po' di aceto in modo da ottenere una pasta e tenete da parte. In una pentola, a fuoco dolce, dissolvete lo zucchero nell'aceto rimasto e aggiungete la polpa di mango a cui avrete tolto tutto il succo, schiacciando con il dietro di un cucchiaio. Fate cuocere per 5 minuti circa, aggiungete la pasta al peperoncino e dopo aver bene mescolato, continuate la cottura per circa 12 minuti. Aggiustate il sale, aggiungete le mandorle e l'uva sultanina e dopo aver dato un ultima mescolata, fate raffreddare. Il mango chutney si conserva in frigo in barattoli di vetro per alcune settimane.

9 comments:

Anonymous said...

queste ricettine, per me un po' strane, mi stuzzicano l'appetito!!! soprattutto il mango chuthey!

Profumo di Sicilia said...

uno scrigno di cultura.....continua cosi ape...
baci lalla

aroti said...

- lalla: scrigno di cultura forse è esagerato, ma vorrei far conoscere un pò di più dell'oriente e dare il giusto nome agli stereotipi indiani.

- zora: le ricettine indiane stuzzicano tutti i sensi.

aroti said...

MORGAN, amico mio, hai visto
come ti risolvo la serata in mezz'ora??!
Per non parlare :
- degli effetti benefici di questa cucina sulla salute e del successo indiscusso che avrai con la tua fidanzata.

Altro che parmigiana!

Profumo di Sicilia said...

dai è un pò pensantuccia la parmig specialmente in alcune occasioni.....
consiglierei spaghetti aglio olio e peperoncino....infuocano di +
hahahha
baci a tutti

Anonymous said...

puoi mettere alegaglio come intestazione del mio pulsante?

Pie® said...

E cosa simboleggia la lampada a cinque fiamme in basso a sinistra?

aroti said...

- ale, ho messo gaglio sul bottone, dopo tnt peregrinare...

- pibo:il significato vero e proprio, non so dirtelo, però nelle celebrazioni si usano mettere intorno al baldacchino dov'è l'idolo, lampade ad olio.
La lampada potrebbe simboleggiare il lume della ragione, della conoscenza, della saggezza.
Questa potrebbe essere una raffigurazione di Ganesha in venerazione.

Per i cinque lumi, devo documentarmi.

Anonymous said...

grazie

ale